Harald Damsleth

Harald Damsleth: Alle for Norge.

di Harm Wulf

Il nome di Harald Damsleth richiama in Norvegia il ruolo di propagandista che egli ha avuto durante l'occupazione tedesca, cosa che lo ha reso, nonostante il suo eccezionale talento, più famigerato e proscritto che celebre. In realtà è stato un artista unico, completo e molto versatile che ha lasciato, in più di 40 anni di carriera, una chiara traccia di sé nella storia culturale norvegese. A parte pochi manifesti presenti nel Museo Militare “Norsk Forsvarsmuseum” di Oslo non si trovano opere dell’artista esposte oggi in Norvegia perché Damsleth è tutt’ora considerato un traditore per il suo lavoro di grafica politica e di appoggio ai tedeschi durante gli anni trenta e quaranta. Molte enciclopedie norvegesi non menzionano nemmeno il suo nome né tanto meno la sua biografia. Malgrado un vastissimo lavoro svolto in 40 anni di carriera e oltre 5000 tra dipinti, manifesti e immagini prodotte come disegnatore ed illustratore, non ci sono studi accademici sull’artista. Assolutamente nulla a parte l’eccellente lavoro di catalogazione svolto da Per W. Schulze nel sito dedicato all’artista ( http://www.damsleth.info/ ) perché pende sulla sua memoria il ricordo del passato politicamente scorretto. L’opera di Damsleth non ha avuto solo il carattere della propaganda politica: molti degli oggetti che gli anziani ricordano, per esempio immagini lucide, libri per bambini da colorare, cartoline, programmi di telecomunicazioni, scatole, portano il suo caratteristico segno grafico. Da qualche anno c’è un rinnovato apprezzamento delle qualità artistiche e storico-culturali dei valori rappresentati nel suo lavoro. Ciò ha portato ad un aumento costante dei collezionisti, alla crescita dell’interesse per la sua arte e all’inevitabile aumento dei prezzi per i suoi lavori. Harald Damsleth nasce il 16 Agosto 1906 a Vegesack, sobborgo di Brema, in Germania. I genitori erano l'ingegnere norvegese Olaf Martinius Damsleth (1878-1957) e sua moglie, la tedesca Katharina Elise Foss (1878-1917). Suo padre lavorava in un cantiere navale di Brema, si era stabilito in Germania ma dovette presto rientrare in Norvegia per motivi di lavoro. Damsleth visse solo con la madre fino all’età di undici anni. Nel 1917 la madre morì ed Harold dovette rientrare in Norvegia vivendo nella casa del padrino, il direttore di banca Erling Sandberg. La famiglia si stabilì a Østfold, dove Harald Damsleth trascorse la giovinezza. Dopo aver completato gli studi nel liceo Fredrikstad, nel 1925 Harald Damsleth si trasferisce a Rouen in Francia per fare pratica, necessaria allora all'ammissione come studente della facoltà di architettura di Trondheim. Egli possedeva un innato talento e la passione per il disegno ma i suoi studi vennero ritardati da una polmonite ed altre malattie. Trovò lavoro nella redazione di un giornale ad Olso e nel frattempo cominciò a collaborare come illustratore per articoli e racconti facendosi un approfondito apprendistato in materia di grafica moderna. Nel 1929 inizia un corso di disegno e illustrazione presso la Städtische Kunstgewerbeschule di Berlino, sotto la guida del Prof. H. Benge, terminato nel 1931. Sicuramente il continente assicurava molte più opportunità al giovane grafico che la remota Oslo. In quegli anni Damsleth acquisisce le abilità che dimostrerà nella successiva produzione segnata da un forte carattere internazionale più ispirata alla grafica francese, tedesca, svizzera e italiana che ai di modelli norvegesi. La sua passione per l’architettura lo porta a comprendere meglio di altri ed applicare nel lavoro le regole prospettiche. Caratteristica delle sue illustrazioni sarà appunto l'uso sperimentale di diverse tecniche spesso combinato con una prospettiva vertiginosa. Un acquerello è stato spesso integrato con inchiostro; egli ha spesso fatto più montaggi di disegni che sono stati tagliati e incollati insieme. Damsleth aveva ben sviluppato il senso della grafica e la capacità di combinare immagini e testo in un tutto armonico. Uno dei modelli della sua ispirazione è stata la sua famiglia e i suoi amici: sua moglie, la bellissima Liselotte Frida Friedemann (18/8/1915-21/5/1995)  tedesca figlia del regista Paolo Friedemann (1878-1963),  sposata nel 1935, ed i figli, due maschi ed un femmina, saranno rappresentati su copertine di libri, cartoline, annunci ed altre illustrazioni.  Damsleth è stato uno stakanovista e la sua produzione è stata insolitamente ampia e versatile mantenendo sempre un’altissima qualità estetica nella sua opera. Dopo due anni di studio a Berlino Damsleth torna a 25 anni a Oslo lavora per diverse agenzie pubblicitarie. Le copertine di libri, i disegni promozionali e le altre immagini di questo periodo sono molto eleganti e classiche. Nel corso di pochi anni, tuttavia, la moda art decò durata dal 1920 scompare dai disegni di Damsleth che si orienta verso stilemi più moderni e personali. I motivi delle sue rappresentazioni non erano consueti nella Norvegia degli anni trenta. Egli ha idealizzato la bellezza e rappresentato persone sane, sportive ed energiche immerse nella luce del sole, nella natura ma anche sulle automobili e sugli aerei, simbolo della tecnologia moderna. Le illustrazioni idilliache romantiche fatte anche per l’ente nazionale del turismo lo rendono popolarissimo.  Dal 1931 al 1938 lavora per la maggior parte come freelance e con le agenzie pubblicitarie Høydahl Ohme e Myres Annoncebyrå. In pochi anni ha acquisito una posizione rilevante tra i grafici del tempo. La sua firma su molti lavori è "Damsleth" o in alternativa la sigla "d". Damsleth disegnando le copertine dei libri lavora anche per molte case editrici tra cui H. Aschehoug & Co., JW Cappelens Editore, NW Damm & Son, Gyldendal Norsk Forlag, PF Steensballe Bøgh. Eftg., Steenske Editore e Windju Simonsens Editore. Damsleth ha avuto un orientamento internazionale e costantemente cercato ispirazione al di fuori della Norvegia: per la maggior parte del 1933 ha lavorato negli Stati Uniti, con la Foster & Co. Kleider Outdoor Advertising. Nel 1939 tornerà negli Stati Uniti per la decorazione del Padiglione norvegese dell’esposizione mondiale di New York. Gli viene offerto un posto fisso alla Walt Disney a Los Angeles come creativo. Damsleth rifiuta l’offerta per non lasciare o far trasferire la famiglia e, invece di vivere in California e lavorare per la Disney, torna ad Oslo per lavorare all’agenzia pubblicitaria Herolden. Già nel 1933 Damsleth aveva aderito al Nasjonal Samling (Raggruppamento nazionale), partito nazionalista filo tedesco di Vidkun Quisling (Fyresdal 1/7/1887 – fucilato il 24/10/1945 dopo un processo farsa. La sua esecuzione venne definita incostituzionale anche dalla Corte Suprema norvegese in base all’articolo 97). L’agenzia di pubblicità divenne rapidamente un luogo di raccolta per le persone con simpatie nazionalsocialiste. Durante l'intervento tedesco, dal 1940 al 1945, fu l'agenzia dei contratti per la progettazione e la produzione di materiale di propaganda per la dirigenza nazionale del Nasjonal Samling e del ministero per la propaganda del Reichskommisar per la Norvegia  Josef Antonius Heinrich Terboven (Essen 23/5/1898 – 8/5/1945 suicida a Skaugum, residenza del principi norvegesi, dove si fece saltare in aria insieme all’ Obergruppenführer  Wilhelm Rediess responsabile delle SS che si era appena prima sparato per non cadere prigioniero). Negli anni dell’intervento tedesco furono investite ingenti somme per la preparazione e la diffusione di materiale propagandistico specialmente nei manifesti, circa 200. Ne furono prodotte in quantità enormi e appese ovunque, dalle stazioni ferroviarie ai mercati. Questa propaganda a livello nazionale ha avuto un enorme influenza e lo stile di Damsleth è  stato associato alla guerra e al governo di Vidkun Quisling. Dall’aprile 1940 al maggio del 1945 Damsleth si è esposto pubblicamente con un enorme produzione non solo di grandi quantità di illustrazioni per giornali, riviste, cartoline, pubblicità cinematografiche, medaglie (quella famosa dei combattenti sul fronte dell’Est la Frontkjempermerket istituita nel 1943 da Vidkun Quisling), volantini di propaganda, ma anche di tutte le emissioni di francobolli norvegese durante la guerra, alcuni rimasti inediti. Con l’agenzia Herolden Damsleth esegue non solo la pubblicità, ma anche servizi prestati in connessione con fiere e mostre: nel 1941egli è stato il principale responsabile per la progettazione della mostra nazionale Hålogaland a Oslo. Nel 1942 è nominato componente della commissione culturale e la famosa rivista di design Gebrauchsgraphik gli dedica 10 pagine. Damsleth, membro delle Waffen SS nella divisione Wiking, si reca come Kriegsberichter (corrispondente di guerra), insieme agli artisti norvegesi Birger Cranner (1902-1945) e Finn Wigforss, sul fronte in Ucraina per disegnare la situazione con immagini e ritratti in prima linea. Damsleth, autore di moltissimi manifesti per l’arruolamento nella Waffen SS, ritrae anche lo SS Sturmmann Bjorn Sv. Bjornsson, figlio del presidente dello stato islandese Sveinn Björnsson, anch’egli arruolatosi volontario nella Wiking per combattere il bolscevismo. Il lavoro apparirà sulla rivista Etter Munin numero 2 del 1942. Nel 1944 produce un manifesto famoso “Liberators” o in altra versione intitolato “Kultur Terror”, riprodotto anche in Olanda dalla rivista Leest Storm SS, in cui si vede una mostruosa figura che rappresenta la barbarie americana, che contiene le immagini di “Miss America”, di “Miss Victory”, il “Ku Klux Klan”, “Jitterbug – Trionfo della Civilizzazione” (danza sincopata simile a quella di cui son preda gli alcolisti in delirium tremens in slang americano “jitters”), “Le gambe più belle del mondo”, la bandiera americana al rovescio con 48 stelle, il simbolo dell’aviazione militare, il simbolo del dollaro e stella di Davide. Il credulone europeo tutto orecchie, rappresentato come di frequente in altri manifesti dal pupazzo Victor, porta il cartello con la scritta: "De USA zullen de Europeesche Kultuur van den ondergang redden", chesignifica "Gli USA salveranno la cultura europea dalla decadenza". Una profezia ironica di cui vediamo oggi la drammatica e devastante realtà in un mondo senza qualità e ridotto a mercato. Una statuetta che riproduceva Victor di circa 15 centimetri era stata donata da Damsleth al Reichskommisar per la Norvegia  Josef Antonius Heinrich Terboven che la teneva sulla sua scrivania. Fedele alle sue idee fino alla fine il 5 maggio del 1945 è tra gli organizzatori ed espositori della Combattenti del fronte tenuta ad Oslo presso lo Handverkeren sotto il motto “La Norvegia chiama”. Il giornale nazionalsocialista “Fritt Folk” fa la cronaca dell’avvenimento artistico: nella mostra ci sono quadri, riproduzioni di trincee, statue, la mappa delle posizioni tenute dai volontari norvegesi e l’elenco delle croci di ferro guadagnate nelle battaglie. La mostra, inaugurata dal responsabile del “Frontkjemperkontoret” (Ufficio dei combattenti del fronte) Bjørn Noreger e dal ministro degli interni e primo volontario norvegese nelle Waffen SS Jonas Lie, vede la partecipazione di molti artisti norvegesi tra cui Harold Damsleth e Winn Wigforss e durerà solo tre giorni: l’8 maggio 1945 la Germania capitola. Alla fine della guerra Damsleth viene processato il 15 maggio 1945 ma non viene ritenuto colpevole di tradimento. Nel 1950 viene condannato a cinque anni di lavori forzati per la sua collaborazione con i tedeschi. Moltissime delle sue opere vengono distrutte, danneggiate o trafugate e oggi rimangono meno di 40 lavori originali di prima della guerra. L’artista rimane detenuto per due anni e ricomincia una piccola attività lavorativa. Molti clienti importanti si sono defilati, il suo nome è troppo compromesso, diventa una “non persona”. Viene costretto a non firmare i suoi lavori o ad usare il "DTH", poi usato in una versione stilizzata di assemblaggio delle lettere H e D, che a forma di una freccia con una inclinazione verso destra - in realtà una variazione della firma aveva usato all'inizio del suo carriera nel 1920 alla fine del secolo. Damsleth  dal 1947 collabora per l’editore Børrehaug & Co. Per la produzione grafica di cartoline di auguri, programmi di telecomunicazione, libri per bambini da colorare. Anche in questo periodo della sua vita Damsleth è stato eccezionalmente produttivo: copertine di libri per l’editoria popolare Maigret, Rocambole, Coyote, James Bond. Harold Damsleth muore il 1 Marzo 1971 a 64 anni. Un quadro esaustivo della produzione dell’artista norvegese è contenuto nel bellissimo libro di Einar Økland “Damsleth. Han teikna for Norge” pubblicato dalla casa editrice Vigmostad nel 2008. Il lussuoso volume è in lingua norvegese ma ciò non deve spaventare l’acquirente perché le opere grafiche parlano l’universale linguaggio della bellezza che l’artista ha saputo, nel corso della sua esistenza, magistralmente rappresentare. Il volume costa 52 euro comprensivi delle spese postali. Chi desidera ricevere il volume deve inviare la somma con mandato bancario internazionale al seguente conto bancario:
IBAN numero :  NO1271542103250  - indirizzo SWIFT/BIC: DNBANOKKXXX
Intestato a:  Per W. Schulze, Fasanfaret 21, NO -1348 Rykkinn, Norway
Per richieste ed informazioni: per@schulze.no - http://www.damsleth.info/

 

 
 
Fotografia presa dal giornale nazionalsocialistar "Fritt Folk (Popolo Libero” del 2 maggio 1945. Da sinista: il segretario generale della mostra  Øystein Orre, il capo dell’ufficio Frontkjemper (combattenti del fronte dell’est) Bjørn Noreger e l’artista Harald Damsleth.

 

     
 
 
 
Harald Damsleth fotografato nel 1941